Disinfezione con Ozono

Si fa un gran parlare, sul fronte disinfezioni, delle possibilità applicative dell’ozono e, più in generale, di tutti quei trattamenti che è possibile effettuare mediante la generazione in situ delle sostanze “sanitizzanti”.
Quali sono le informazioni in nostro possesso? È possibile applicare indiscriminatamente questi sistemi, o vi sono delle procedure ben precise?
L’ozono è una molecola costituita da tre atomi di ossigeno che la rendono, per questo, un prodotto dalle spiccate capacità ossidanti. Il Comitato nazionale sicurezza alimentare, con parere del 27 ottobre 2010, esprime giudizio favorevole alla ozonizzazione delle camere di stagionatura e/o degli ambienti di stoccaggio, purché in assenza di alimenti.
A livello industriale, l’ozono viene generato in situ mediante ozonizzatori, che devono essere adattati di volta in volta in relazione agli spazi (dimensioni, materiali coinvolti) e ai target. Le normative di riferimento, per i generatori di ozono, restano la Direttiva 2014/35/CE, 2014/30/CE e 2011/65/CE (RoHS), rispettivamente relative alla bassa tensione, compatibilità elettromagnetica e restrizione di sostanze pericolose.
L’ozono è oggi in fase di valutazione ai sensi del BPR (Reg. UE 528/2012) come disinfettante per le superfici (PT2 e PT4) e dell’acqua potabile (PT5) e per impiego nelle torri di raffreddamento degli impianti industriali (PT11). Successivamente all’eventuale approvazione della sostanza attiva, seguirà l’iter necessario per arrivare ad ottenere l’autorizzazione alla generazione in situ. Di conseguenza, attualmente l’ozono non può essere classificato come disinfettante.
È possibile parlare di igienizzazione, ma la commercializzazione in Italia come PMC con un claim disinfettante non è consentita, data l’impossibilità di individuare un sito specifico da autorizzare come previsto dalla normativa nazionale.
L’International Ozone Association ha recentemente pubblicato un documento inerente l’applicabilità dell’ozono ai fini del contenimento della pandemia da SARS-CoV-2. In tale documento, l’efficacia dell’ozono per l’inattivazione di molti virus è confermata, anche se non si è a conoscenza di ricerche specifiche su SARS-CoV-2.
Quello che sappiamo, è che le concentrazioni necessarie per ottenere una inattivazione completa dei virus sono molto più elevate di quelle ottenibili con normali strumenti da banco, utili in questo caso esclusivamente a completamento di un intervento di detersione e disinfezione già effettuato in ambienti confinati.
L’immissione di ozono, negli ambienti chiusi, è un processo che richiede il monitoraggio strumentale della concentrazione ideale del gas nell’ambiente in funzione dell’umidità e del tempo di azione. In generale, deve essere evitata la pratica di rientrare nelle aree trattate dopo un determinato periodo di tempo dalla fine dell’ozonizzazione.
Pertanto, prima di ricorrere all’utilizzo di tale sostanza per il trattamento dei locali, è necessario valutare il rischio di esposizione sia degli addetti alle operazioni di sanificazione, sia del personale che fruisce dei locali sanificati. Considerato che a concentrazioni inferiori a 2 ppm, l’ozono ha un odore caratteristico piacevole che diventa pungente e irritante a livelli superiori, e che è riconoscibile già a concentrazioni molto ridotte (0,05 ppm), i soggetti potenzialmente esposti sono preavvertiti rispetto al raggiungimento di concentrazioni elevate e potenzialmente dannose per la salute. L’odore non costituisce, comunque, un indice attendibile della concentrazione presente nell’aria a causa dei fenomeni di assuefazione. Gli operatori devono quindi essere formati ed esperti, oltre che provvisti di idonei dispositivi di protezione individuale (DPI). Alla luce di quanto sopra, non è pertanto indicato per uso domestico.
Per tutte le ragioni esposte in precedenza, deve essere ben valutato anche l’aspetto relativo al recupero del credito di imposta previsto dal Decreto Rilancio (DL 34/2020), che potrebbe risultare non applicabile per trattamenti effettuati con ozono.
Ricordiamo che occorre avvalersi della consulenza di un professionista per verificare la corretta applicazione di quanto previsto dalle linee guida presso la vostra azienda e per poter redigere un corretto protocollo di Sanitisation.